CRISTALLI: LA RECENSIONE DI MINO PICA

Mino-Pica

Si possono percorrere zero chilometri viaggiando  ascoltando. Si può risparmiare la distanza per arrivare in luoghi immaginati e sperati, fuori dalla ricorsività degli eventi che legano piedi a terra. Ci sono album come ‘Cristalli’ dei SeaHouse che ti confortano e ti spingono con la forza di una sonorità empirica che proietta in flussi spaziali temporali che solo la musica sa regalare. Dopo aver spiegato con Ted (The emotional discount, SeaHouse, 2011) una realtà terrena, storico e sociale, che evidentemente non appartiene alla band pugliese, i SeaHouse con ‘Cristalli’ sembrano aver voluto rindossare tute e casco spaziali, già viste e sentite in Next (SeaHouse, 2007) per proteggersi e proteggere da quelle radiazioni terrestri, costellate – a loro suonare – da un vuoto interno patologico ed insano.

I SeaHouse sembrano voler così riprendere il volo maturando, nel tempo e nella musica, un senso di estraneità nell’espressione e pensiero comune; i loro brani si caratterizzano al solito per la loro sana e viva originalità nello scenario musicale contemporaneo e la maturità si esprime anche in una maggiore cura dei particolari per un lavoro di ricerca intenso che si percepisce molto,   ed a tratti esasperato. “Intro – Welcome” è il racconto di un mondo aperto ed incontaminato che si vorrebbe vivere ed assaporare, un punto di partenza con il sapore di una destinazione auspicata, un pezzo delicato, sereno e confortante scosso dal violento impatto di “Cross the line”, brano completo di spunti e dimensioni. “The nu band” conferma la sperimentazione di un viaggio che vuol scrollare di dosso la gravità delle cose e che ha bisogno di una spinta ancora più violenta, rabbiosa e decisa: la musica dei SeaHouse è una sensazione suggerita, bere particelle che prendono  forma, ascoltare immagini sollecitate, un viaggio lontano per ritrovarsi; basta sintonizzarsi. Arriva  così “Coming out”, scritto ed interpretato da Daniele Rini (fra le migliori voci in assoluto del territorio pugliese); si tratta dell’unica traccia con voce per un esperimento che colpisce ma che funziona per come la voce di Daniele si accomoda con la musica che resta il principale canale dei SeaHouse che con questo brano prendono il volo definitivamente.

“Panta rei” ha sonorità nuove e soffuse, per un tempo che non lascia scampo e sembra crescere esponenzialmente attraendo fascino ed energia. “Intermezzo” arriva nel momento ideale in cui prender fiato e che precede uno dei brani da me considerato fra i più belli in assoluto mai ascoltato: Cristalli. Ascoltare per credere. Non aggiungo altro. Brano numero 7. Arriva così “Presa diretta” (brano inserito in “Cucina Interiore”, Lupo Editore, 2011), rivestito da tutta la strumentalità ricercata e sperimentale della band. Con “Into the eyestorm” si ritorna nella dimensione del viaggio, un affacciarsi al finestrino di questa nave che continua a volare, con un tocco di nostalgia nei confronti di ciò che poteva essere ciò che si lascia alle spalle; una nostalgia che cambia però forma e che diventa invece una spinta verso un orizzonte che attende di essere conosciuto. “Outro – Farewell” è un punto di vista lontano, chiude i contatti, chiudono le trasmissioni, i SeaHouse continuano il loro viaggio ma tutti, sembrano dire, potrebbero intraprenderne uno proprio.

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